13 gennaio 2014

Recate bellezza sul pianeta!


« Posandosi su un oggetto o un essere, ogni raggio di sole gli comunica qualcosa di vivo. Anche le pietre hanno bisogno della vita che ricevono dal sole. Sì, perché le pietre, benché inanimate, sono vive. La vita, ovviamente, è più percepibile nelle piante, che crescono, si moltiplicano e fruttificano grazie alla luce solare. Negli animali, poi, i raggi del sole si trasformano non solo in vitalità, ma anche in sensibilità. Infine, negli esseri umani i raggi del sole diventano intelligenza, ragione. È infatti a partire dal regno umano che la luce trova un'accoglienza abbastanza completa per manifestarsi come pensiero.     Lo spirito che vi parla attraverso la bocca di uomini e donne è dunque un’emanazione della luce solare. Attraverso loro, è la luce che pensa, che parla, canta e crea. Via via che si apre un varco negli esseri, la luce appare sotto forma di intelligenza, di amore, di bellezza, di nobiltà, di forza. »
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Come scrittore e musicista conosco molto bene questo concetto di lasciarsi attraversare dall'Esistenza.
Ogni volta che, sentendomi in uno stato di grazia, devo ubbidire alle indicazione ricevute, cerco di mantenere elevato il mio stato vibratorio così da poter continuare ad essere attraversato senza alcun impedimento dall'energia creativa.

L'intento di questo post, del precedente e di quelli che seguiranno, non è però soltanto quello di parlarvi del modo in cui io porto bellezza sul pianeta ma quello di spingervi a fare altrettanto.

Non tirate fuori le solite scuse cretine tipo "ah... ma io non sono mica un'artista!" e lasciatevi coinvolgere dalla mia trattazione.

E' vero: io sentivo fin da bambino il bisogno di esprimermi, sono effettivamente nato così. Ma è evidente che devo aver fatto qualcosa nelle precedenti incarnazioni per far nascere e coltivare questa inclinazione. E' pur vero che molti miei antenati erano musicisti, poeti o direttori di orchestra.

Ma è ancora una volta evidente che di proposito mi sono scelto una famiglia del genere al fine di coltivare quel seme prezioso.

Le circostanze della vita che ci scegliamo sono esattamente quelle che ci servono per valorizzare appieno i nostri talenti. Nel caso di un artista non significa per forza nascere figlio di un liutaio o in casa di Neruda; alcuni infatti optano per genitori che si dimostrino privi di sensibilità artistica. E lo fanno apposta:  amano molto il lavoro che intendono sviluppare e quindi scelgono situazioni in cui poter affrontare  prove difficili.

Sapete tutti cosa accade a un pallone quando viene spinto in acqua con forza: più lo mandate a fondo, maggiore sarà la forza con cui tornerà a galla e balzerà fuori dall'acqua.

Io ho scelto una famiglia in cui, a forza di essere spinto dentro l'acqua, stavo quasi per affogare! Francesco diceva che ero un fesso e che avrei fatto la fame con tutte quelle stronzate che avevo in mente di fare; Ornella mi soffocava con le sue attenzioni morbose e per proteggermi da un padre "tanto cattivo e insensibile".

Dio mio, sapeste che fatica farmi gli affari miei in una casa così! Infatti a 22 anni dalla disperazione mi sposai (mi pare fosse il 1979), pensando stupidamente che altrove sarebbe stato meglio.

Fu un assoluto disastro! Mia moglie, (creatura in realtà bellissima), aveva solo diciotto anni e potete immaginare quanta esperienza potessimo avere nell'ambito della relazione di coppia....

Come sempre accade, all'inizio fu molto bello, poi dopo pochi mesi arrivarono le prime pesanti e - naturalmente formative - esperienze. Lei non sapeva cucinare e quindi tale incombenza toccò a me (ecco spiegato perché ora sono un cuoco straordinario); e già qui il tempo da dedicare alla musica cominciò a ridursi. 

Poi un giorno bussarono alla nostra porta i Testimoni di Geova e io contento accettai prontamente di studiare la bibbia con loro. Uuuuuh, fulmini e saette uscirono dai corpi della mia dolce metà e quindi lo studio delle scritture fu subito sospeso. Poi cominciò a sentirsi trascurata a causa del tempo che dedicavo alle prove con un gruppo musicale di Torino. In fondo mi recavo lì da Milano solo una volta a settimana: partivo al mattino e tornavo alla sera, niente di terribile quindi. Ma no, lei era disperata e giunse al punto di farsi venire una vaginite epocale!


Il povero Enrico, anche influenzato dalle forti pressioni della dolce mamma di Elisabetta (mia figlia prima di conoscere te stava benissimo!), con la morte nel cuore decise di vendere il sassofono e disse addio ai suoi amici di Torino che ovviamente si incazzarono non poco. Mi incazzai ancora di più io quando seppi che il mio sax, passando di mano in mano, ora era in possesso di un grande jazzista italiano, Claudio Fasoli, che di musica e di bei strumenti evidentemente se ne intendeva assai!




Vabbè, ora penserete che finalmente la mogliettina si sarà calmata, si sarà sentita "amata" e non più trascurata.....

NIENTE AFFATTO! Pensate che quando uscivo di casa per andare a lavorare lei piangeva disperatamente, quasi come se preferissi andare a giocare al biliardo o a fare una partita di poker con gli amici anziché stare con lei.
Io invece degli amici non li avevo di sicuro e nemmeno un'amante: stavo invece assumendomi le mie responsabilità, (cosa che, credetemi, non era affatto facile dato che Ornella mi aveva abituato a "vivere nella bambagia", niente lavori in casa, una domestica, un autista tuttofare, un giardiniere, una consistente paghetta mensile..........capite ora?!?) facendo l'idraulico e portare a casa il necessario per sopravvivere.


Sì, quest'ultima è stata proprio una vita divertente, realmente una tragi-commedia all'italiana! Ma il resto della storia ve lo racconto la prossima volta: troppo ridere, si sa, può farvi male!



Enrico D'Errico