25 settembre 2013

La relazione di coppia: depredare o donarsi

Sento l'esigenza di espandere il soggetto di cui ho già parlato pubblicando gli articoli del 12 settembre e del 5 agosto, il primo riguardante il sesso e il secondo che suggerisce che "siamo di Dio". 
Mi pare che quello del sesso sia uno dei temi in cui c'è maggiore confusione, anche e soprattutto a causa di tutto ciò che ha detto la chiesa cattolica
sull'argomento nei secoli passati.
E per il presente post voglio avvalermi di una parte del mio libro "Io sono un'anima", che vi riporto per intero:


"Uno degli aspetti più importanti messi in risalto in questo libro è che sulla terra esistono solo due stati di coscienza: il Regno e il mondo.

Nel primo vivono coloro che sono svegli o sono sul cammino del risveglio, il secondo rappresenta invece la condizione di coloro che dormono *. Numerose volte Gesù Cristo parla di quest’argomento facendo comprendere che i suoi discepoli devono sentirsi in questa terra solo di passaggio. Quando arriviamo a capire che “siamo in questo mondo ma non siamo di questo mondo” (Giovanni 17:16,18), significa che il nostro cuore sta aprendosi e che cominciamo a svegliarci dal sonno della coscienza.
Quando le parole del Vangelo cominciano a farci vibrare, quando sentiamo una certa risonanza, questo si riflette subito su di noi e in ogni tipo di relazione.
Se fino ad ora hai vissuto sul pianeta solo per te stesso, utilizzando i tuoi talenti esclusivamente per raggiungere i tuoi scopi egoistici, non hai fatto niente di anormale. Ciò è molto comune tra tutti quelli che considerano la vita come una lotta costante per sopravvivere, una competizione in cui è obbligatorio primeggiare.

Certo, fino a questo momento hai cercato una donna o un uomo solo per colmare il tuo senso di vuoto, qualcuno che ti faccia compagnia, qualcuno che si assuma alcune delle responsabilità che non hai voglia di assumerti tu.
E il sesso? Beh, fino a che avrai bisogno di praticarlo al solo scopo di provare piacere, ne ricaverai dolore e frustrazione. Il piacere sessuale non è qualcosa da ricercare solo per te stesso; l’intimità erotica tra due individui è un’opportunità in cui donarsi all’altro, cercare la sua soddisfazione e l’unione col divino. E’ un rito sacro in cui “fare l’amore”, il che vuol dire costruire amore, portare amore in un luogo in cui c’è bisogno d’esso. Significa portare più bellezza in un mondo dove c’è già tanta perfezione, ma dove comunque tu hai la responsabilità di fare la tua parte per perfezionare il perfettibile. Significa rendere il tuo corpo, e quello del partner, un tempio sacro in cui il divino possa farti visita.
L'approccio più comune nelle relazioni sessuali è invece l'ingordigia, la voracità: depredare e utilizzare il corpo di un'altra persona senza tenere conto dei suoi sentimenti o della sua sacralità, al solo scopo di dare sfogo alla passione. Ma tu non sei al mondo per vivere così, non sei al mondo per essere amato e perché i tuoi bisogni siano soddisfatti da altre persone: sei al mondo per amare, e se ami, la conseguenza della tua azione sarà di sentirti sempre ricco, appagato e soddisfatto. Sei al mondo per cercare prima il benessere degli altri.

Lo so, l’impulso sessuale è molto forte e, se sei un maschio, certamente è più piacevole masturbarsi nella vagina di una donna piuttosto che farlo da solo con le tue mani; scusa se ti parlo così crudamente, ma questo è sicuramente ciò che hai potuto fare sinora.

Ora ti svelerò un sacro e antico segreto che è quasi completamente ignorato dal genere umano.
Sappi che in realtà il tuo modello ideale è il Cristo, e dovresti usare la tua energia, tutta la tua energia, inclusa quella sessuale, al suo servizio, diventando in grado di affermare la tua forza e il tuo coraggio in ogni circostanza per difendere e diffondere la verità. Essere virile non ha niente a che fare col penetrare una donna e condurla all’orgasmo una o più volte. Quando hai rapporti sessuali in realtà, in un certo senso, ti stai sostituendo arbitrariamente a Gesù che dovrebbe essere considerato di diritto l’unico sposo di quella donna, stai impedendole di donarsi a lui. Come uomo dovresti impegnarti a ricondurre ogni donna che incontri, a questo dimenticato e sacro sposalizio. Se finora non hai avvertito questa necessità adesso dovresti rifletterci su.



Se sei una donna presto o tardi arriverai a capire che non sei fatta solo per essere penetrata da un maschio, per fare figli e soddisfare le aspettative di coloro che frequenti. Questo è il tempo in cui puoi imparare l’accoglienza, l’arrendevolezza della Madonna, ed è soprattutto dall’energia cristica che dovresti farti avvolgere e penetrare.

Naturalmente non sto affermando che il sesso sia qualcosa di sporco: vorrei solo invitarvi a riflettere su quanta parte ha avuto nella vostra vita la ricerca del piacere fisico, la spasmodica ricerca di una vagina in cui scaricare il vostro sperma, o il desiderio costante di un pene da ricevere dentro di voi. Se non cessate di rapportarvi col prossimo secondo queste rapaci modalità non sarete mai soddisfatti; niente e nessuno potrà mai colmare il vostro disagio profondo, la vostra angoscia esistenziale.

Nelle Sacre Scritture, nel Cantico dei Cantici, è narrata una bellissima storia d’amore, carica di vibrante sensualità, che possiamo prendere come esempio per recuperare il rispetto e la sacralità che vanno conferiti alle relazioni di coppia. Appena puoi leggilo tutto, sono solo otto capitoli; ma intanto senti che meraviglia:
“A una mia cavalla nei carri di Faraone ti ho assomigliata, o mia compagna. Le tue guance sono piacevoli tra le trecce dei capelli, il tuo collo in una filza di grani.............Come un sacchetto di mirra è per me il mio caro; tra le mie mammelle passerà la notte. Il mio caro è per me come un mazzo di henna, fra le vigne di En-Ghedi. Ecco sei bella, o mia compagna. Ecco sei bella. I tuoi occhi sono quelli delle colombe. Ecco, sei bello, mio caro, anche piacevole. Pure il nostro divano è di fogliame. Sono un semplice zafferano della pianura costiera, un giglio dei bassopiani. Come un giglio tra erbacce spinose, così è la mia compagna tra le figlie. Come un melo tra gli alberi della foresta, così è il mio caro tra i figli. Ho desiderato appassionatamente la sua ombra, e là mi sono seduta, e il suo frutto è stato dolce al mio palato”.
Un’altra meravigliosa considerazione la troviamo nel “Profeta”, il famosissimo libro di Kahlil Gibran.
Si narra di un uomo che, dopo aver soggiornato a lungo in un luogo, decide di partire; ma la popolazione locale sa che quello è un uomo speciale, un uomo che quando apre bocca proferisce parole di verità, parole in grado di risvegliare anche le coscienze più addormentate. Così, prima del suo congedo, gli indigeni gli domandano di parlare di alcuni argomenti, e riguardo al matrimonio il profeta disse:
“Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Voi starete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. Si, insieme anche nella tacita memoria di Dio.Ma vi siano spazi nella vostra unione, e fate che i celesti venti danzino fra voi.Amatevi reciprocamente ma non fate dell’amore un laccio. Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime. Riempia ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da una coppa sola. Scambiatevi il pane ma non mangiate dalla stessa pagnotta. Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo. Così come le corde di un liuto son sole benché vibrino della stessa musica.Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro. Perché soltanto la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.E restate uniti, benché non troppo vicini insieme, poiché le colonne del tempio restano fra loro distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro”.
Quando ami una persona non metterla in un recinto. Proteggila circondandola con una siepe di fiori profumati, ma lasciala libera o soffocherà nel tuo falso amore, nel tuo desiderio di possesso, nel tuo amore da mercato.
Tua moglie non è tua, ma sii disposto a morire per lei, e non solo a parole come nelle canzonette di musica leggera. Difendila da ogni insidia, a costo della tua stessa vita. Previeni ogni suo desiderio prima che lei lo abbia anche solo pensato, ma non presumere mai che tutto questo tuo gran daffare possa guadagnarsi la sua riconoscenza: non farti neanche sfiorare dall’idea che lei ti debba qualcosa in cambio del tuo amore.

Anche il libro di Proverbi può essere utile per entrare ancor di più in uno stato di coscienza che ci sottragga alla nostra scontata meccanicità, alla bieca grossolanità che ancora si riscontra nella maggioranza dei rapporti di coppia. V’invito a non soffermarvi con la mente su espressioni che sembrano molto datate, o sulle quali non siete per niente d’accordo. Lasciatevi impregnare dalla bellezza della Bibbia e dalla luce che ancora emana dalle sue pagine (Pr. 31: 10-30).

Se desideriamo avere una famiglia, che questa possa essere alla lode del Creatore, senza mai intralciare il nostro piano di volo, il sacro servizio cui siamo chiamati.   
  
* Ho semplificato la questione degli stati di coscienza per facilitare la comprensione dell’argomento; in realtà esiste una fase di transizione (ciò che Gurdjieff chiama "dell’uomo n° 4") in cui si alternano periodi di addormentamento a periodi di risveglio, i quali saranno sempre più frequenti e più persistenti a mano a mano che passa il tempo, fino a stabilizzarsi in una condizione di equilibrio. 

Enrico D'Errico